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PARTE TERZA | 89 |
XXVI.
Griseida l’aveva ben sentito
Venire, perchè acciò ch’egli intendesse,
Com’era imposto, ell’aveva tossito;
E perchè l’esser non gli rincrescesse,
Spesso parlava con suono spedito,
Ed avacciava che ciascun sen giesse
Tosto a dormir, dicendo ch’ella avea
Tal sonno, che vegghiar più non potea.
XXVII.
Poi che ciascun sen fu ito a dormire,
E la casa rimasta tutta cheta,
Tosto parve a Griseida di gire
Dov’era Troilo in parte segreta,
Il qual, com’egli la sentì venire,
Drizzato in piè, e con la faccia lieta
Le si fe’ incontro, tacito aspettando,
Per esser presto ad ogni suo comando.
XXVIII.
Avea la donna un torchio in mano acceso,
E tutta sola discese le scale,
E Troilo vide aspettarla sospeso,
Cui ella salutò, poi disse, quale
Ella potè: signor, se io ho offeso,
In parte tale il tuo splendor reale
Tenendo chiuso, pregoti per Dio,
Che mi perdoni, dolce mio disio.