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98 | IL FILOSTRATO |
LIII.
Tornato Troilo nel real palagio,
Tacitamente se n’entrò nel letto,
Per dormir se potesse alquanto ad agio;
Ma non gli potè entrar sonno nel petto,
Sì gli facean nuovi pensier disagio,
Rammemorando il passato diletto,
Pensando seco quanto più valeva
Griseida bella, ch’el non si credeva.
LIV.
E giva ciascun atto rivolgendo
Nel suo pensiero, e il savio ragionare;
E seco spesso ancora ripetendo
Il piacevole e ’l dolce motteggiare;
L’amor di lei ancor giva sentendo
Troppo maggior che nel suo immaginare;
E con tali pensier più s’accendea
In amor forte, e non se n’avvedea.
LV.
Griseida seco facea il simigliante,
Di Troilo parlando nel suo core;
E seco lieta di sì fatto amante,
Grazie infinite ne rendea ad amore:
E parle ben mille anni che davante
A lei ritorni il suo vago amatore,
E ch’ella il tenga in braccio e baci spesso,
Come la notte avea fatto d’appresso.