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104 | IL FILOSTRATO |
LXXI.
L’uno dall’altro fece dipartenza
Al modo usato, dopo più sospiri;
E nel futuro, ordinaron che senza
Indugio si tornasse a que’ disiri;
Sicchè potesser colla lor presenza
Rattemperar gli amorosi martirj,
Ed operar sì lieta gioventute
Mentre durasse in sì fatta salute.
LXXII.
Era contento Troilo, ed in canti
Menava la sua vita e in allegrezza:
L’alte bellezze ed i vaghi sembianti
Di qualunque altra donna nulla prezza,
Fuor che la sua Griseida, e tutti quanti
Gli altri uomin vivere in trista gramezza,
A rispetto di sè, seco credeva;
Tanto il suo ben gli aggradiva e piaceva.
LXXIII.
Esso talvolta Pandaro pigliava
Per mano, e in un giardin con lui ne gia;
E con el pria di Griseida parlava,
Del suo valore e della cortesia;
Poi lietamente con lui cominciava,
Rimoto tutto da malinconia,
Lietamente a cantare in cotal guisa,
Qual qui senz’alcun mezzo si divisa.