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108 | IL FILOSTRATO |
LXXXIII.
E benedico il tempo, l’anno, e ’l mese,
E ’l giorno, l’ora, e ’l punto, che così
Onesta, bella, leggiadra e cortese,
Primieramente apparve agli occhi miei;
E benedico il figliuol che m’accese
Del suo valor, per la virtù di lei,
E che m’ha fatto a lei servo verace,
Negli occhi suoi ponendo la mia pace.
LXXXIV.
E benedico i ferventi sospiri
Ch’i’ ho per lei cacciati già dal petto;
E benedico i pianti ed i martirj
Che fatti m’ha avere amor perfetto;
E benedico i focosi desiri
Tratti dal suo più bel che altro aspetto,
Perciocchè prezzo di sì alta cosa
Istati sono, e tanto grazïosa.
LXXXV.
Ma sopra tutti benedico Iddio,
Che tanto cara donna diede al mondo,
E che tanto di lume ancor nel mio
Discerner pose in questo basso fondo,
Che in lei, innanzi ad ogni altro disio,
Io accendessi e fossine giocondo,
Talchè grazie giammai non si porieno
Render per uom, quai render si dovrieno.