Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/131

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PARTE QUARTA 119


XIX.


Il quale Priamo prese infra le braccia,
     Ed Ettore e’ fratei, temendo forte
     Dell’accidente, e ciascun si procaccia
     Di confortarlo, e le sue forze morte,
     Ora i polsi fregando, ed or la faccia
     Bagnandogli sovente, come accorte
     Persone, s’ingegnavan rivocare,
     Ma poco ancor valeva l’operare.

XX.


Esso giacea fra’ suoi disteso e vinto,
     Che un poco di spirto ancor v’avea;
     E ’l viso suo pallido, smorto, e tinto
     Egli era tutto, e più morta parea
     Che viva cosa, di pietà dipinto
     In guisa tal, ch’ognun pianger facea;
     Sì grave fu l’alto tuon che l’offese,
     Quando di render Griseida intese.

XXI.


Ma poi che la sua anima dolente,
     Per lungo spazio pria che ritornasse,
     Vagata fu, ritornò chetamente,
     Ond’esso, quale alcun che si svegliasse,
     Stordito tutto, in piè subitamente
     Si levò suso, e pria che ’l domandasse
     Alcun che fosse ciò ch’avea sentito,
     Altro infingendo, da lor s’è partito: