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PARTE QUARTA | 121 |
XXV.
Ma se pur viene a’ tuoi orecchi mai,
Pregoti per l’amore il qual ti porto,
Che abbi alcun rispetto alli miei guai,
E ritornando mi rendi il conforto
Il qual col tuo partir levato m’hai:
E se discaro t’è ’l trovarmi morto,
Ritorna tosto, che poca è la vita,
La qual lasciato m’ha la tua partita.
XXVI.
Rimaso adunque Troilo soletto
Nella camera sua serrata e scura,
E senza aver di nessun uom sospetto,
O di potere udito esser paura,
Il raccolto dolor nel tristo petto
Per la venuta subita sventura
Cominciò ad aprire in tal maniera,
Ch’uom non parea, ma arrabbiata fiera.
XXVII.
Nè altrimenti il toro va saltando
Or qua or là, dappoi c’ha ricevuto
Il mortal colpo, e misero mugghiando
Conoscer fa qual duolo ha conceputo,
Che Troilo facesse, nabissando
Sè stesso, e percuotendo dissoluto
Il capo al muro, e con le man la faccia,
Con pugni il petto e le dolenti braccia.