Vai al contenuto

Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/137

Da Wikisource.

PARTE QUARTA 125


XXXVII.


Deh, or si fosse questo tuo partire
     Tanto indugiato, ch’apparato avessi
     Per lunga usanza, lasso, a sofferire;
     Io non vo’ dir che io non m’opponessi
     A mio potere a non lasciarti gire;
     Ma se pur ciò addivenir vedessi,
     Per lunga usanza mi saria soave
     La tua partenza, che or mi par sì grave.

XXXVIII.


O vecchio malvissuto, o vecchio insano,
     Qual fantasia ti mosse, o quale sdegno,
     A gire a’ Greci essendo tu Troiano?
     Eri onorato in tutto il nostro regno,
     Più di te nullo regnicolo o strano.
     O iniquo consiglio, o petto pregno
     Di tradimenti, d’inganni e di noia,
     Or t’avess’io qual io vorrei in Troia!

XXXIX.


Or fostu morto il dì che tu n’uscisti;
     Or fostu morto a piè de’ Greci allora
     Che tu la bocca primamente apristi
     A richieder colei che m’innamora!
     O quanto al mondo mal per me venisti!
     Tu se’ cagion del dolor che m’accora:
     La lancia che passò Protesilao
     T’avesse nel cor fitta Menelao!