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PARTE QUARTA | 137 |
LXXIII.
Tu non hai da rapir donna che sia
Dal tuo voler lontana, ma è tale,
Che di ciò che farai contenta fia;
E se di ciò seguisse troppo male,
O biasimo di te, tu hai la via
Di riuscirne tosto, ch’è cotale,
Renderla indietro: la fortuna aiuta
Chiunque è ardito, e’ timidi rifiuta.
LXXIV.
E se pur questa cosa a lei gravasse,
In breve tempo ne riavrai pace.
Non che io creda ch’ella sen crucciasse,
Tanto l’amor che le porti le piace;
Della sua fama, perch’ella mancasse,
A dirti il ver men grava e men dispiace:
Passisene ella come fa Eléna,
Pur ch’ella faccia la tua voglia piena.
LXXV.
Adunque piglia ardir, sii valoroso,
Amor promessa non cura nè fede;
Mostrati un poco al presente animoso,
Abbi di te medesimo mercede.
Io sarò teco in ciascun periglioso
Caso, cotanto quanto mi concede
Il poter mio; presumi pur di fare,
Gl’iddii ci avranno poscia ad aiutare.