Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/15

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PROEMIO 3

re o dalla fortuna, per la falsa opinione avuta, se non a voi?

Affermo adunque, bellissima donna, esser vero, che poscia che voi nella più graziosa stagione dell’anno, dalla dilettevole città di Napoli dipartendovi, e in Sannio andandone, agli occhi miei, più del vostro angelico viso vaghi che d’altra cosa, mi toglieste subitamente quello che io per la vostra presenza doveva conoscere, non conoscendolo, per lo suo contrario prestamente mi fece conoscere, cioè per la privazione di quella; la quale tanto fuori d’ogni dovuto termine m’ha l’anima contristata, che assai apertamente posso comprendere, quanta fosse la letizia, allora poco da me conosciuta, che mi veniva dalla vostra graziosa e bella vista. Ma perchè alquanto appaia più questa verità manifesta, non mi fia grave, nè il voglio intralasciare, come che altrove più che qui si distenda, ciò che avvenuto mi sia, a dichiarazione di tanto errore, dopo la vostra partenza.

Dico adunque, se Dio tosto coll’aspetto del vostro bel viso gli occhi miei riponga nella perduta pace, che poichè io seppi che voi di qui partita eravate, e in parte andatane, dove niuna onesta cagione a vedervi mi doveva mai potere menare, che essi, per li quali la luce soavissima del vostro amore mi menò nella mente, oltre alla fede che porger possono le mie parole, hanno assai volte di tante e di sì amare lagrime bagnata la faccia mia, ed il dolente seno riempiuto, che non solamente è stata mirabil cosa onde tanta umidità sia ad essi da essi venuta, ma an-