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PARTE QUARTA | 143 |
XCI.
Come potrò io senza anima stare?
Ella si rimarrà qui per lo certo
Col nostro amore, e teco a lamentare
Il partir doloroso, che per merto
Di tanto buono amor ci convien fare;
Oimè Troilo, or fia egli sofferto
Da te vedermi gir, che non t’ingegni,
Per amore o per forza mi ritegni?
XCII.
Io me n’andrò, nè so se fia giammai
Ch’io ti riveggia, dolce mio amore;
Ma tu che tanto m’ami, che farai?
Deh potra’ tu sostener tal dolore?
Io già nol sosterrò, perocchè guai
Soperchi mi faran crepare il core;
Deh foss’egli pur tosto, perchè poscia
Io sarei fuor di questa grave angoscia.
XCIII.
O padre mio, iniquo e disleale
Alla patria tua, sia tristo il punto
Che nel petto ti venne sì gran male,
Qual fu volere a’ Greci esser congiunto,
E li Troian lasciar! nell’infernale
Valle fustu, volesse Iddio, defunto
Te iniquo vecchio, che negli ultimi anni
Della tua vita hai fatti tali inganni.