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160 | IL FILOSTRATO |
CXLII.
E’ ti darà fra li Greci marito,
E mostreratti che stare assediata
È dubbio di venire a rio partito;
Lusingheratti, e farà che onorata
Sarai da’ Greci, ed el v’è riverito
Sì come intendo, e molto v’è pregiata
La sua virtù, perchè non senza noia
Temo che tu giammai non torni in Troia.
CXLIII.
E questo m’è a pensar tanto grave,
Che dir nol ti potria, anima bella;
E tu sol’ hai nelle tue man la chiave
Della mia vita e della morte, e quella
Sì, che la puoi e misera e soave
Come ti piace fare, o chiara stella,
Per cui io vado al grazïoso porto;
Se tu mi lasci pensa ch’io sia morto.
CXLIV.
Dunque, per Dio, troviam modo e cagione
Che tu non vada, se trovar si puote;
Andiamcene in un’altra regïone,
Non ci curiam se le promesse vote
Vengon del re, se la sua offensione
Fuggir possiamo; e’ son di qui remote
Genti che volentieri ci vedranno,
E per signori ancor sempre ci avranno.