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166 | IL FILOSTRATO |
CLX.
Ond’io ti prego, se ’l mio prego vale,
E per lo grande amore il qual mi porti,
E per quel ch’io a te porto, ch’è altrettale,
Che tu di questa andata ti conforti;
Che stu sapessi quanto mi fa male
Veder li pianti e li sospir sì forti
Che tu ne gitti, el te ne increscerebbe,
E di farne cotanti ti dorrebbe.
CLXI.
Per te in allegrezza ed in disio
Spero di vivere e di tornar tosto,
E trovar modo al tuo diletto e mio:
Fa’ ch’io ti veggia in tal guisa disposto
Pria che da te io mi diparta, ch’io
Non abbia più dolor, che quel che posto
M’ha nella mente amor troppo focoso;
Fallo, ten prego, dolce mio riposo.
CLXII.
E pregoti, mentr’io sarò lontana,
Che prender non ti lasci dal piacere
D’alcuna donna, o da vaghezza strana;
Che s’io ’l sapessi, dei per certo avere
Che io m’ucciderei siccome insana,
Dolendomi di te oltra ’l dovere.
Mi lasceresti per altra, che sai
Che t’amo più che donna amasse uom mai?