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174 | IL FILOSTRATO |
XIII.
E senza più, rivoltato il destriere,
Tutto tinto nel viso, a Diomede
Non parlò punto, e di cotal mestiere
Sol Diomede s’accorse, e bene vede
L’amor de’ due, e dentro al suo pensiere
Con diversi argomenti ne fa fede,
E di ciò mentre seco ne pispiglia,
Nascosamente di colei si piglia.
XIV.
Il padre la raccolse con gran festa,
Come ch’a lei gravasse tale amore;
Ella si stava tacita e modesta,
Sè stessa seco con grave dolore
Tutta rodendo, ed in vita molesta,
Pure a Troilo avendo fermo il core;
Che tosto si doveva permutare,
E lui per nuovo amante abbandonare.
XV.
Troilo in Troia tristo ed angoscioso,
Quanto neun fu mai, se ne rivenne;
E nel viso fellone e niquitoso,
Pria ch’al palagio suo non si ritenne;
Quivi smontato, troppo più pensoso
Che stato fosse ancora, non sostenne
Che da alcuno gli fosse nulla detto,
Ma se n’entrò in camera soletto.