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Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/187

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PARTE QUINTA 175


XVI.


Quivi al dolor che aveva ritenuto
     Diè largo luogo, chiamando la morte;
     Ed il suo ben piangeva, che perduto
     Gliel pare avere, e sì gridava forte,
     Che ’n forse fu di non esser sentuto
     Da quei che intorno givan per la corte;
     E in cotal pianto tutto il giorno stette,
     Che servo nè amico nol vedette.

XVII.


Se ’l giorno era con doglia trapassato,
     Non la scemò la notte già oscura,
     Ma fu il pianto e ’l gran duol raddoppiato,
     Così lo conducea la sua sciagura;
     El bestemmiava il giorno che fu nato,
     E gli dei e le dee e la natura,
     E ’l padre, e chi parola conceduta
     Avea che fosse Griseida renduta.

XVIII.


Egli sè stesso ancor maladicea,
     Che sì l’aveva lasciata partire,
     E che ’l partito che preso n’avea,
     Cioè con lei di volersi fuggire,
     Non l’avea fatto, e forte sen pentea,
     E di dolor ne voleva morire;
     O che almen non l’aveva domandata,
     Che forse li saria stata donata.