Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/195

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PARTE QUINTA 183


XL.


I due compagni nel cammino entraro,
     E dopo forse quattromila passi
     Là dove Serpedone era arrivaro;
     Il quale come il seppe, incontro fassi
     A Troilo lieto, e molto gli fu caro.
     Li quali, avvegna che de’ fosser lassi
     Del molto sospirar, pur lietamente
     Festa fer grande col baron possente.

XLI.


Costui, siccome quel che d’alto cuore
     Era più ch’altro in ciascheduna cosa,
     Fece a ciascun maraviglioso onore
     Or con cacce or con festa grazïosa
     Di belle donne e di molto valore,
     Con canti e suoni, e sempre con pomposa
     Grandezza di conviti tanti e tali,
     Che ’n Troia mai non s’eran fatti eguali.

XLII.


Ma che giovavan queste cose al pio
     Troilo che ’l core ad esse non avea?
     Egli era là dove spesso il disio
     Formato nel pensier suo nel traea,
     E Griseida come suo iddio
     Con gli occhi della mente ognor vedea;
     Or una cosa or altra immaginando,
     Di lei e spesso d’amor sospirando.