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184 | IL FILOSTRATO |
XLIII.
Ogni altra donna a veder gli era grave,
Quantunque fosse valorosa e bella;
Ogni sollazzo ogni canto soave
Noioso gli era non vedendo quella,
Nelle cui mani amor posto la chiave
Avea della sua vita tapinella;
E tanto bene avea, quanto pensare
A lei potea, lasciando ogni altro affare.
XLIV.
E non passava sera nè mattina
Che con sospiri costui non chiamasse,
O luce bella, o stella mattutina;
Poi, come s’ella presente ascoltasse,
Mille fïate e più, rosa di spina
Chiamandola che ella il salutasse,
Pria ch’e’ ristesse sempre convenia,
Il salutar col sospirar finia.
XLV.
Nessuna ora del giorno trapassava
Che non la nominasse mille fiate;
Sempre il suo nome in la bocca li stava,
E ’l suo bel viso e le parole ornate
Nel cuore e nella mente figurava;
Le lettere da lei a lui mandate
Il dì ben cento volte rivolgea,
Tanto di rivederle gli piacea.