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192 | IL FILOSTRATO |
LXVII.
Poich’egli avea cantando così detto,
Al sospirare antico si tornava;
Il dì andando, e la notte nel letto,
Di Griseida sua sempre pensava;
Nè d’altro quasi prendeva diletto,
E i dì passati spesso annoverava,
Non credendo giammai giungere a’ dieci,
Ch’a lui tornasse Griseida da’ Greci.
LXVIII.
Li giorni grandi e le notti maggiori
Oltre all’usato modo gli parieno;
El misurava dalli primi albori
Infino allor che le stelle apparieno;
Diceva: il sol è entrato in nuovi errori,
Nè i cavai suoi come già fer corrieno:
Della notte diceva il simigliante,
E l’una, due, diceva tutte quante.
LXIX.
Era la vecchia luna già cornuta
Nel partir di Griseida, ed el l’avea,
Da lei uscendo, in sul mattin veduta;
Per che sovente con seco dicea:
Allor che questa sarà divenuta
Colle sue nuove corna, qual parea
Quando sen gì la nostra donna, fia
Tornata qui allor l’anima mia.