Vai al contenuto

Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/221

Da Wikisource.

PARTE SETTIMA 209


VII.


Perchè si volse a Pandaro dicendo:
     Fatto avrà questa donna saviamente,
     Se de’ suoi modi meco ben comprendo;
     Ella vorrà venir celatamente,
     Però la notte attende, ed io ’l commendo;
     Non vorrà far maravigliar la gente,
     Nè dir: costei che fu raddomandata
     Per Antenor, c’è sì tosto tornata?

VIII.


Però non ti rincresca l’aspettare,
     Pandaro mio, io ten prego per Dio,
     Noi non abbiam or’altra cosa a fare,
     Non ti gravi seguire il mio disio:
     E s’io non erro vederla mi pare;
     Deh guarda in giù, deh vedi tu quel ch’io?
     Nò, disse Pandar, se ben gli occhi sbarro,
     Quel che mi mostri pare a me un carro.

IX.


Oimè che tu di’ vero! Troilo disse,
     Or così va, cotanto mi trasporta
     Quel ch’io vorrei ch’al presente avvenisse.
     Era del sole già la luce morta,
     E stella alcuna in ciel parea venisse,
     Quando Troilo disse: el mi conforta
     Non so che pensier dolce nel desire,
     Abbi per certo ch’or ne dee venire.


il filostrato 14