Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
212 | IL FILOSTRATO |
XVI.
Ma ’l terzo, e ’l quarto, e ’l quinto, e ’l sesto giorno,
Dopo ’l decimo dì già trapassato,
Sperando e non sperando il suo ritorno,
Da Troilo fu con sospiri aspettato:
E dopo questi, più lungo soggiorno
Ancor dalla speranza fu impetrato,
E tutto invan, costei pur non tornava,
Laonde Troilo se ne consumava.
XVII.
Le lagrime che erano allenate
Pe’ conforti di Pandaro, e’ sospiri,
Tornar senza esser da lui rivocate,
Dando lor via i focosi disiri;
E quelle che speranze risparmiate
Aveva, usciron doppie pe’ martirj,
Che ’n lui gabbato più si fer cocenti
Che pria non eran, ben per ognun venti.
XVIII.
In lui ogni disio istato antico
Ritornò nuovo, e sopra esso l’inganno
Che li parea ricevere, e ’l nemico
Spirto di gelosia gravoso affanno
Più ch’alcun altro è di posa mendico,
Come son quei che già provato l’hanno;
Ond’el piangeva giorno e notte tanto,
Quanto bastavan gli occhi ed egli al pianto.