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PARTE PRIMA | 15 |
XI.
Avea Calcas lasciata in tanto male,
Senza niente farlene assapere,
Una sua figlia vedova, la quale
Sì bella e sì angelica a vedere
Era, che non parea cosa mortale,
Griseida nomata, al mio parere
Accorta, savia, onesta e costumata
Quanto altra che in Troia fosse nata.
XII.
La qual sentendo il noioso romore
Per la fuga del padre, assai dogliosa,
Qual’era in tanto dubbioso furore,
In abito dolente, e lagrimosa,
Gittossi ginocchioni appiè d’Ettore,
E con voce e con vista assai pietosa,
Scusando sè, e ’l suo padre accusando,
Finì suo dire mercè addimandando.
XIII.
Era pietoso Ettor di sua natura,
Perchè vedendo di costei il gran pianto,
Ch’era più bella ch’altra creatura,
Con pio parlare la confortò alquanto,
Dicendo: lascia con la ria ventura
Tuo padre andar, che ci ha offeso tanto,
E tu sicura e lieta senza noia,
Con noi mentre t’aggrada ti sta’ in Troia.