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PARTE PRIMA | 25 |
XLI.
Tanto di giorno in giorno col pensiero,
E col piacer di quello or preparava
Più l’esca secca dentro al cuore altiero,
E da’ begli occhi trarre immaginava
Acqua soave al suo ardor severo;
Perchè astutamente gli cercava
Sovente di veder, nè s’avvedea
Che più da quegli il fuoco s’accendea.
XLII.
Costui or qua or là che gisse, andando,
Sedendo ancora, solo o accompagnato,
Com’el volesse, bevendo o mangiando,
La notte e ’l giorno ed in qualunque lato
Di Griseida sempre gía pensando,
E ’l suo valor e ’l viso dilicato
Di lei, diceva, avanza Polissena
D’ogni bellezza, e similmente Elena.
XLIII.
Nè del dì trapassava nessun’ora
Che mille volte seco non dicesse:
O chiara luce che ’l cuor m’innamora,
O Griseida bella, iddio volesse,
Che ’l tuo valor che ’l viso mi scolora
Per me alquanto a pietà ti movesse;
Null’altra fuor che tu lieto può farmi,
Tu sola se’ colei che puoi atarmi.