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Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/39

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PARTE PRIMA 27


XLVII.


Aveagli già amore il sonno tolto,
     E minuito il cibo, ed il pensiero
     Moltiplicato sì, che già nel volto
     Ne dava pallidezza segno vero;
     Come che egli il ricuoprisse molto
     Con riso infinto e con parlar sincero,
     E chi ’l vedea pensava ch’avvenisse
     Per noia della guerra ch’e’ sentisse.

XLVIII.


E qual si fosse non ci è assai certo,
     O che Griseida non se n’accorgesse,
     Per l’operar di lui ch’era coperto,
     O che di ciò conoscer s’infingesse,
     Ma questo n’è assai chiaro ed aperto,
     Che nïente pareva le calesse
     Di Troilo e dell’amor che le portava,
     Ma come non amata dura stava.

XLIX.


Di quinci sentia Troilo tal dolore
     Che dir non si poria, talor temendo
     Che Griseida non fosse d’altro amore
     Presa, e per quello lui vilipendendo
     Ricever nol volesse a servidore,
     Ben mille modi seco ripetendo
     Se veder puote di farle sentire
     Onestamente il suo caldo disire.