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Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/40

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28 IL FILOSTRATO


L.


Onde quand’egli aveva spazio punto
     Seco d’amor sen giva a lamentare,
     Fra sè dicendo: Troilo, or se’ giunto,
     Che ti solevi degli altri gabbare,
     Nessun ne fu mai quanto tu consunto
     Per mal saperti dall’amor guardare;
     Or se’ nel laccio preso, il qual biasmavi
     Tanto negli altri, e da te non guardavi.

LI.


Che si dirà di te fra gli altri amanti
     Se questo tuo amor fosse saputo?
     Di te si gabberanno tutti quanti,
     Fra lor dicendo: or ecco il provveduto
     Ch’e’ sospir nostri e gli amorosi pianti
     Morder soleva, già ora è venuto
     Dove noi siamo; amor ne sia lodato,
     Ch’a tal partito l’ha ora recato.

LII.



Che si dirà di te fra gli eccellenti
     Re e signor, se questo fia sentito?
     Ben potran dir, di ciò assai scontenti:
     Vedi questi com’è del sonno uscito,
     Che in questi tempi noiosi e dolenti
     Sì nuovamente d’amore è irretito,
     Dove alla guerra dovrebbe esser fiero,
     In amar si consuma il suo pensiero.