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30 IL FILOSTRATO


LVI.


Io tornerò, se tu fai donna questo,
     Qual fiore in nuovo prato in primavera,
     Nè mi fia poscia l’aspettar molesto,
     Nè il vederti disdegnosa o altera;
     E se t’è grave, almeno a me, che presto
     Ad ogni tuo piacer son, grida fera
     Ucciditi, che io ’l farò di fatto,
     Credendoti piacere in cotal atto,

LVII.


Quinci diceva molte altre parole,
     Piangeva e sospirava, e di colei
     Chiamava il nome, sì come far suole
     Chi soperchio ama, ed alli suoi omei
     Mercè non trova, che tutt’eran fole
     Che perdeansi ne’ venti, che a lei
     Nulla ne perveniva, onde il tormento
     Moltiplicava ciascun giorno in cento.