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38 | IL FILOSTRATO |
XX.
Altri, come tu sai, amar le suore,
E le suore i fratelli, e le figliuole
Talvolta i padri, e’ suoceri le nuore,
Le matrigne i figliastri talor suole
Anche avvenir; ma me ha preso amore
Per tua cugina, il che forte mi duole,
Io dico per Griseida: e questo detto,
Boccon piangendo ricadde in sul letto.
XXI.
Come Pandaro udì colei nomare,
Così ridendo disse: amico mio,
Per Dio ti prego non ti sconfortare;
Amore ha posto in parte il tuo disio,
Tal ch’el non lo potea meglio allogare,
Perch’ella il val veracemente, s’io
M’intendo di costumi, o di grandezza
D’animo, o di valore o di bellezza.
XXII.
Nulla donna fu mai più valorosa,
Nulla ne fu più lieta e più parlante,
Nulla più da gradir nè più graziosa,
Nulla di maggior animo tra quante
Ne furon mai; nè è sì alta cosa
Ch’ella non imprendesse tanto avante
Quanto alcun re, e che ’l cuor non le desse
Di trarla a fine, sol che si potesse.