Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/69

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PARTE SECONDA 57


LXXVII.


Ma posto pur che questo amor lontano
     Debba durar, come puoi tu sapere
     Che debba star celato? assai è vano
     Fidarsi alla fortuna, e ben vedere
     Quanto uopo fa non può consiglio umano;
     Che se si scuopre aperto, puoi tenere
     La fama tua in eterno perduta,
     La qual sì buona infino a qui è suta.

LXXVIII.


Dunque cotali amor lasciali stare
     A cui e’ piaccion: ed appresso il detto
     Incominciava forte a sospirare,
     Nè si poteva già dal casto petto
     Il bel viso di Troilo cacciare,
     Per che tornava sopra il primo effetto
     Biasimando e lodando, e in tale erranza,
     Seco faceva lunga dimoranza.

LXXIX.


Pandar, che da Griseida dipartito
     S’era contento, senza altrove gire,
     A Troilo diritto se n’era ito,
     E di lontano gli cominciò a dire:
     Confortati fratel, ch’i’ ho fornito
     Gran parte, credo, del tuo gran disire.
     E postosi a seder, gli disse ratto,
     Senza interpor, com’era stato il fatto.