Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/71

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PARTE SECONDA 59


LXXXIII.


E quella tiepidezza che intra due
     Griseida tenea, sen fuggì via,
     Seco lodando le maniere sue,
     Gli atti piacevoli e la cortesia;
     E sì subitamente presa fue,
     Che sopra ogni altro bene lui disia,
     E duolle forte del tempo perduto,
     Che ’l suo amor non avea conosciuto.

LXXXIV.


Troilo canta e fa mirabil festa,
     Armeggia, spende, e dona lietamente,
     E spesso si rinnuova e cangia vesta,
     Ognora amando più ferventemente;
     E per piacer non gli è cosa molesta
     Amor seguir, mirar discretamente
     Griseida, la qual non men discreta,
     Gli si mostrava a’ tempi vaga e lieta.

LXXXV.


Ma come noi, per continova usanza,
     Per più legne veggiam fuoco maggiore,
     Così avvien crescendo la speranza
     Assai sovente ancor cresce l’amore:
     E quinci Troilo con maggior possanza,
     Che l’usato, sentia nel preso cuore
     L’alto disio spronarlo, onde i sospiri
     Tornar più forti che prima, e’ martirj.