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PARTE SECONDA | 63 |
XCV.
Allora disse Troilo: fatto sia
Il piacer tuo; io vado e scriveraggio;
Ed amor prego per sua cortesia,
Lo scrivere, e la lettera, e il viaggio
Fruttevol faccia. E di quindi s’invia
Alla camera sua, e come saggio
Alla sua donna carissima scrisse
Una lettera presto, e così disse.
XCVI.
Come può quegli che in affanno è posto,
In pianto grave e in istato molesto,
Come io son per te, donna, disposto
Ad alcun dar salute? certo chiesto
Esser non dee da lui; ond’io mi scosto
Da quel che fanno gli altri; e sol per questo
Qui da me salutata non sarai,
Perch’io non l’ho se tu non la mi dai.
XCVII.
Io non posso fuggir quel ch’amor vuole,
Il qual più vil di me fe’ già ardito,
Ed el mi strigne a scriver le parole,
Come vedrai, e vuol pure obbedito
Esser da me, siccome egli esser suole;
Però se per me fia in ciò fallito,
Lui ne riprendi, ed a me perdonanza
Ti prego doni, dolce mia speranza.