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64 | IL FILOSTRATO |
XCVIII.
L’alta bellezza tua, e lo splendore
De’ tuoi vaghi occhi e de’ costumi ornati;
L’onesta cara e ’l donnesco valore,
I modi e gli atti più ch’altri lodati,
Nella mia mente hanno lui per signore,
E te per donna in tal guisa fermati,
Ch’altro accidente mai fuorchè la morte,
A tirarline fuor non saria forte.
XCIX.
E che ch’io faccia, l’imagine bella
Di te sempre nel cor reca un pensiero,
Che ogn’altro caccia che d’altro favella
Che sol di te, benchè d’altro nel vero
All’anima non caglia, fatta ancella
Del tuo valor, nel quale io solo spero:
E ’l nome tuo m’è sempre nella bocca,
E il cor con più disio ognor mi tocca.
C.
Da queste cose, donna, nasce un fuoco
Che giorno e notte l’anima martira,
Senza lasciarmi in posa trovar loco;
Piangono gli occhi, e ’l petto ne sospira,
E consumar mi sento a poco a poco
Da questo ardor che dentro a me s’aggira;
Per che ricorrere alla tua virtute
Sol mi convien, se voglio aver salute.