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66 | IL FILOSTRATO |
CIV.
Ora son certo che sarai pietosa
Come se’ bella, e la mia greve noia,
Discretamente lieta e grazïosa,
Senza volere ch’io misero muoia
Per molto amarti, donna dilettosa,
Ancora tornerà in dolce gioia.
Io te ne prego, se ’l mio prego vale,
Per quel amor del quale or più ti cale.
CV.
Io come ch’io sia un piccol dono,
E poco possa, e vaglia molto meno,
Senza fallo nïun tutto tuo sono:
Or tu se’ savia, s’io non dico appieno,
Intenderai assai me’ ch’io non ragiono,
E spero simil che l’opere fieno
Migliori assai che mio merto, e maggiore;
Amore a ciò sì ti disponga il cuore.
CVI.
El mi restava molte cose a dire,
Ma per non farti noia il vo’ tacere;
E in questo fine prego il dolce sire
Amor, che come te nel mio piacere
Ha posto, così me nel tuo disire
Ponga con quel medesimo volere,
Sicchè com’io son tuo alcuna volta
Tu mia diventi, e mai non mi sii tolta.