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70 | IL FILOSTRATO |
CXVI.
Che s’io il lascio in troppo grande arsura
Moltiplicare, e’ potrebbe avvenire,
Che nella scolorita mia figura
Si vederebbe il nascoso disire,
Che mi saria non piccola sciagura;
Ed io per me non intendo morire,
Nè far morire altrui, quando con gioia
Posso schifar la mia e l’altrui noia.
CXVII.
Io non sarò per lo certo disposta,
Siccome io sono infino ad ora stata;
Se Pandar tornerà per la risposta,
Io glie la darò piacevole e grata,
Se mi costasse, come non mi costa;
Nè di Troilo sarò mai dispietata
Potuta dire; or foss’io nelle braccia
Dolci di lui, stretta a faccia a faccia!
CXVIII.
Pandaro che da Troilo sovente
Era studiato, a Griseida reddío,
E sorridendo disse: donna, chente
Ti par lo scriver dell’amico mio?
Ella divenne rossa immantinente,
Senza dir altro, se non: sallo Iddio.
A cui Pandaro disse: hai tu risposto?
Al qual ella gabbando, disse: tosto?