Pagina:Boccaccio - Il Filostrato di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto su i testi a penna, 1831.djvu/85

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PARTE SECONDA 73


CXXV.


Ma è sì grande la virtù ch’io sento
     In te, ch’io so ch’aperto vederai
     Ciò ch’a me si conviene, e che contento
     Di ciò ch’io ti rispondo tu sarai,
     E porrai modo al tuo grave tormento,
     Che nel cor mi dispiace e noia assai;
     In verità, se non si disdicesse,
     Volentier farei ciò che ti piacesse.

CXXVI.


Poco è lo scriver, come puoi vedere,
     Ed arte in questa lettera, la quale
     Vorrei che più ti recasse piacere,
     Ma non si può ciò che si vuole avale,
     Forse farà ancor luogo il potere
     Al buon volere, e se non ti par male,
     Presta alla pena tua alquanto sosta,
     Perchè non ha ogni detto risposta.

CXXVII.


Il proferir che fai, qui non ha loco,
     Che certa son ch’ogni cosa faresti;
     Ed io nel ver, come ch’io vaglia poco,
     Vie più che mille volte mi potresti
     E puoi aver per tua, se ’l crudel fuoco
     Non m’arda, il che son certa non vorresti;
     Nè dico più, se non ch’io prego Iddio
     Che ne contenti il tuo e ’l mio disio.