Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
74 | IL FILOSTRATO |
CXXVIII.
E poi ch’ell’ebbe in cotal guisa detto,
La ripiegò, e suggellolla, e diella
A Pandaro, il qual tosto il giovinetto
Troilo cercando, a lui n’andò con ella,
E presentogliel con sommo diletto;
Il qual presala, ciò che scritto in quella
Era con fretta lesse, e sospirando,
Secondo le parole il cuor cambiando.
CXXIX.
Ma pure in fine, seco ripetendo
Bene ogni cosa che ella scrivea,
Disse fra sè: se io costei intendo,
Amor la stringe, ma siccome rea,
Sotto lo scudo ancor si va chiudendo,
Ma non potrà, pur che forza mi dea
Amore a sofferir, guari durare,
Ch’ella non vegna a tutt’altro parlare.
CXXX.
E ’l somigliante ne pareva ancora
A Pandaro, col qual diceva tutto;
Per che più che l’usato si rincora
Troilo, lasciando alquanto il tristo lutto,
E spera in breve deggia venir l’ora
Che al suo martiro deggia render frutto;
E questo chiede, e dì e notte chiama,
Come colui che solamente il brama.