nascere. Nè si può dire qui, l’autore aver qui usato il futuro per lo preterito, quasi e’ nacque tra feltro e feltro, cioè della Vergine Maria, che era povera donna, e nacque in povero luogo: ma questa ragione non procederebbe; perciocchè sono MCCCLXXIII. anni che nacque, e ne’ tempi che nacque era la potenza di questo vizio nelle menti umane grandissima; nè poi si vede, non che essere scacciata, ma nè mancata. Nè si può dire che nascesse tra feltro e feltro, cioè di vil nazione; egli fu figliuolo del re del cielo e della terra, e della Vergine, che era di reale progenie; e sed e’ volessono, ella era povera, la povertà non è vizio, e perciò non ha a imporre viltà nel suggetto perciocchè noi leggiamo di molti essere stati delle sustanze temporali poverissimi, e ricchissimi di vertù e di santità. Perchè dico io tante parole? Questa ragione non procede in alcuno atto. Altri dicono, e al parer mio con più sentimento, dover potere avvenire, secondo la potenza conceduta alle stelle, che alcuno poveramente, e di parenti di bassa ed infima condizione nato (il che paiono voler quelle parole tra feltro e feltro, in quanto questa spezie di panno è, oltre ad ogni altra, vilissima) potrebbe per virtù e laudevoli operazioni in tanta preeminenza venire, e in tanta eccellenza di principato, che dirizzandosi tutte le sue operazioni a magnificenza, senza avere in alcuno atto animo o appetito ad alcuno acquisto di reami o di tesoro; ed avendo in singulare abominazione il vizio dell’avarizia; e dando di sè ottimo esemplo a tutti nelle cose appartenenti alla magnificenza; e la costellazione del