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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/169

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SOPRA DANTE 149

distinguere il vero dal falso, è contenta di rapportare ciò che ella ode. Ma in quanto dicono costei dalla Terra essere generata, per dovere i peccati e le disoneste cose degl’iddii raccontare, per alcun’altra cosa non credo essere stato ficto, se non per dimostrare le vendette degli uomini men possenti, li quali non potendo altro fare a’ grandi uomini, s’ingegnano, parlando mal di loro, di farli venire in infamia, e per conseguente in disgrazia delle genti. Figliuola della Terra è detta, perciocchè dell’opere sole che sopra la terra si fanno s’ingenera la fama. E che essa non abbia padre, credo avvenire da questo, per lo non sapersi donde il più delle volte nasca il principio del ragionare di quello che poi fama diventa. Il che se si sapesse, direbbe l’uomo quel cotale essere il padre della fama. La qual cosa quantunque ad ogni uomo, il quale ha sentimento, molto piaccia, sopra a tutti gli altri piacque a’ gentili, li quali non avendo alcuna notizia della beatitudine celestiale, la quale Iddio concede a coloro li quali adoperano bene, quegli cotanti li quali virtuosamente adoperavano, a fine d’acquistar fama il facevano, e quella vedersi avere acquistata con somma letizia ascoltavano. Dunque mostra in questo la donna di conoscere da quali cose si doveva far benivolo Virgilio ; e poi soggiugne la terza dicendo: E durerà, questa tua fama, mentre il mondo lontana, ponendo qui il presente tempo per lo futuro, in quanto dice lontana per lontanerà, cioè si prolungherà. E questo per la consonanza della rima si concede. Ed è questa terza cosa quella che più piace a coloro li quali fama acquistano, che essa