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182 | COMENTO DEL BOCCACCI |
cioè con quelle voci: le quali cose intra sè diverse, non melodia, come soglion fare le voci misurate, ma Facevano un tumulto, cioè una confusione, il qual s’aggira; perciocchè il luogo è ritondo, ed essendo da quel tumulto l’aere percosso, e non avendo alcuna uscita, è di necessita che per lo luogo s’aggiri, e prenda moto circulare,
Sempre in quell’aria, senza tempo tinta,
cioè mutata per contrarietà di venti, o di altro accidente,
Come la rena quando turbo spira.
Dimostra qui l’autore, per una breve comparazione, il moto di quel tumulto, come di sopra dissi, essere circulare, e di quella forma che noi veggiam talvolta muovere in cerchio la polvere sopra la superficie della terra; e questo massimamente avvenire, quando un vento, il quale si chiama da’ suoi effetti turbo, spira; il quale non pare avere alcuno ordinato movimento come gli altri hanno; perciocchè non viene da determinata parte, ma essendo la esalazion calda e secca, che dalla terra surge in alto, pervenuta alla freddezza d’alcun nuvolo, e da quella a parte a parte cacciata, divien vento, il quale laddove s’ingenera prende moto circulare: e per questo non è universale, anzi è solamente in quella parte dove generato è; intanto che in una medesima piazza noi il vedremo in una parte di quella e non in un’altra, E perciocchè la esalazione è a parte a parte repulsa dal nuvolo, il veggiam noi per certi intervalli far queste circulazioni sopra la terra. E questo vento, come che noi il chiamiamo turbo; Aristotile il chia-