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192 | COMENTO DEL BOCCACCI |
predetto articolo, ma farebbe oggi chi credesse quello esser vero. Altri voglion dire questo cotale, di cui l’autore senza nominarlo dice che fece il gran rifiuto, essere stato Esaù, figliuolo d’Isac, il quale essendo primogenito di Isac, come nel Genesi si legge, perciocchè innanzi a Jacob, con lui ad un parto nascendo, uscì del ventre della madre; ed aspettando a lui, per questa ragione, la benedizione del padre quando a morte venisse, secondochè a quelli tempi s’usava; tornando un dì da cacciare, ed avendo grandissimo desiderio di mangiare, trovò Jacob suo fratello avere innanzi una minestra di lenti, le quali la madre gli avea cotte, e domandogliele. Jacob rispose, che non gliele darebbe, se egli non rifiutasse alle ragioni della sua primogenitura, e concedessele a lui. Per la qual cosa Esaù, tirato dallo appetito del mangiare, rifiutò ogni sua ragione e concedettela a Jacob: e per questo voglion dire, l’autore intender d’Esaù, e lui vuol dire aver fatto il gran rifiuto: la qual cosa nè la nego nè l’affermo. So io bene, secondochè nel Genesi si legge, Esaù fu reo e malizioso e fattivo uomo, e non fu semplice e mentecatto, e fu grande e potente uomo, e padre di molte nazioni. Incontanente, come veduto ebbi e riconosciuto costui, intesi, dalla sua viltà, e certo fui, Che questa, che così correva dietro a quella insegna, era la setta de’ cattivi,
A Dio spiacenti, ed a’ nemici sui,
cioè a’demoni: quasi voglia dire come a Domeneddio piace l’uomo, il quale s’esercita sempre in bene adoperare: quia non sufficit abstinere a malo, nisi faciat quis quod bonum est; così dispiacciono a’ de-