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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/213

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SOPRA DANTE 193

moni coloro che son pigri oziosi e tardi, e non si esercitano in male adoperare. Questi sciaurati. Questo vocabolo è disceso dall’antico costume de’ gentili, li quali nelle più lor cose seguivano gli augurii, cioè quelle significazioni che dal volato e dal garrito degli uccelli, qual buona e qual malvagia, secondo le dimostrazioni di quella facultà, scioccamente prendevano; laonde quelli che malo augurio avevano, erano chiamati sciagurati; il qual vocabolo oggi appo noi suona sventurati; che mai, cioè in alcun tempo, non fur vivi, quanto è ad operazioni spettanti ad uomini li quali si dican vivere. Erano ignudi. Questo medesimo si può dire di tutti i dannati, i quali non solamente son privati di vestimenti, ma di consolazione e di riposo, e stimolati molto trafitti,

Da mosconi e da vespe, ch’eran ivi,

cioè in quel luogo. Elle, cioè i mosconi e le vespe, rigavan lor di sangue, il quale delle trafitture usciva, il volto, Chiamasi la faccia dell’uomo volto, in quanto per quella il più delle volte si discerne quello che l’uom vuole: e così si diriverà da volo vis, che sta per volere.

Che mischiato di lagrime, a’ lor piedi,
Da fastidiosi vermi era ricolto.

Questo sangue mescolato con le lagrime de’ miseri cattivi. E poi, che a riguardare. Qui comincia la quarta parte della suddivisione della seconda parte di questo canto nella quale poichè discritta ha la pena de’ cattivi, dice aver vedute molte anime tutte correre a un fiume: E poi, che veduta la miseria de’ cattivi, che a riguardare oltre mi diedi,

com. di dante T. I. 13