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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/238

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218 COMENTO DEL BOCCACCI

Veris miscens falsa, futuri
Certus, et idem pessimus auctor:
Pater o rerum, portus vitae,
Lucis requies, noctisque comes,
Qui par regi, famuloque venis,
Placidus fessum, lenisque fovens:
Pavidam leti genus humanum
Cogis longam discere mortem etc.

Di costui ancora Ovidio nel suo maggior volume descrive la casa, la camera, e il letto, e la sua famiglia, se quella per avventura alcun desiderasse. Nella testa. La testa è alcuna volta posta per quella parte del viso, la qual noi chiamiamo fronte, e alcuna volta per tutto il capo, e così in questo luogo intende l’autore; perciocchè nel capo dimora il sonno causato da’ vapori surgenti dallo stomaco, e saglienti per l’arterie del cerebro. Un greve tuono. È il tuono quel suono, il quale nasce da’ nuvoli quando sono per violenza rotti: e causasi il tuono da esalazioni della terra fredde e umide, e da esalazioni calde e secche, siccome Aristotile mostra nel terzo libro della sua Meteora; perciocchè essendo l’esalazioni calde e secche, dalle fredde e umide circondate, sforzandosi quelle d’uscir fuori, e queste di ritenerle, avviene, che per lo violento molo delle calde e secche, elle s’accendono: e per quella virtù aumentata, assottiglia tanto la spessezza della umidità, che ella si rompe: ed in quel rompere, fa il suono, il qual noi udiamo: il quale ò tanto maggiore e più ponderoso, quanto la materia della esalazione umida si trova esser più spessa quando si rompe. La qual cosa inter-