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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/252

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232 COMENTO DEL BOCCACCI

semplice, il quale di nulla cosa fece tutte le cose, ma la commistione1 de’corpi ne mostra, quelli essere stati fatti di materia composta: e perciò quantunque in perpetuo viva l’anima, non seguita il corpo dovere esser perpetuo. Sarebbon di quelli che alla obiezione prima risponderebbono, Adamo aversi questa corruzione e morte de’ corpi con la inobbedienza acquistata, avendolo Domeneddio avanti il peccato fatto accorto. Ma potrebbe qui dire alcuno: Adam peccò, e di perpetuo divenne mortale: gli angioli che peccarono, perchè non divenner mortali? Alla quale obiezione è assai risposto di sopra; perciocchè di semplice materia creati non posson morire, se non come l’anime nostre, la quale quantunque peccasse col corpo d’Adamo, non però la sua perpetuità perdè, ma perdella il corpo, al quale, siccome a cosa atta a ricevere la morte, ella era stata minacciata da Dio. Ma questa è materia da molto più sublime ingegno che il mio non è, e perciò per la vera soluzione di tanto dubbio, si vuole ricorrere a’ teologi ed a’ sofficientissimi lettori, la scienza de’ quali propriamente d’intorno a così fatte quistioni si distende. D’Abel suo figlio, cioè d’Adam. Questi si crede che fosse il primo uomo che morì, ucciso da Caino suo fratello per invidia. Leggesi nel Genesi, Caino, il quale fu il primo figliuolo di Adamo, essersi dato all’agricultura, e Abel similmente figliuolo d’Adam, e che appresso a Cain nacque, essere divenuto pastore: ed avendo questi due cominciato a far primi che alcuni

  1. Commiptione.