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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/292

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272 COMENTO DEL BOCCACCI

ma la madre, come detto è, pose in questo luogo primiera: con molti compagni. Questi estimo erano discesi di lei, tra’ quali ne furono alquanti, più che gli altri famosi e laudevoli uomini: de’ quali compagni ne nomina l’autore alcuno dicendo: Tra’ quai conobbi, per fama, Ettorre, figliuolo di Priamo re di Troia, e d’Ecuba, Costui si crede che fosse in fatti d’arme e forza corporale tra tutti i mortali maravigliosissìmo uomo, e così appare nella Iliada d’Omero per tutto: ultimamente avendo molte vittorie avute de’ Greci, avvenne che avendo Achille, ad istanza de’ preghi di Nestore, non volendo combattere egli, conceduto a Patroclo suo siugulare amico, che egli per un dì si vestisse l’armi sue; e Patroclo con esse in dosso essendo disceso nella battaglia, come da Ettor fu veduto, fu da lui estimato esso essere Achille: per la qual cosa dirizzatosi verso lui, senza troppo affanno vintolo l’uccise, e spogliógli quelle armi; e quasi d’Achille trionfando se ne tornò con esse nella città. La qual cosa avendo Achille sentita, pianta amaramente la morte del suo amico, e altre armi trovate, discese fieramente animoso contro ad Ettore nella battaglia. Avvenutosi ad Ettore, con lui combattè, e ultimamente vintolo l’uccise: e tanto potò in lui l’odio il quale gli portava per la morte di Patroclo, che spogliatogli l’armi, e legato il morto corpo dietro al carro suo, tre volte intorno intorno alla città lo strascinò: e quindi alla tenda sua ritornato il guardò dodici dì senza sepoltura, infino a tanto che Priamo, di notte e nascosamente, venuto alla sua tenda, quello grandissimo tesoro e molte care gioie