Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/61

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SOPRA DANTE 41

turione chiamato Arrio, compose la Georgica: poi, siccome Macrobio, in libro Saturnaliorum, mostra, mentre scrisse l’Eneida, si stesse in villa; il dove non dice, ma per quello che delle sua ossa fece Ottaviano, si presume questa villa propinqua a Napoli, e prossimana al promontorio di Posilipo, tra Napoli e Pozzuolo. E portò tanto amore a quella città, che essendo solennissimo astrolago, vi fece certe cose notabili con l’aiuto della strologia; perocchè essendo Napoli fieramente infestato da continua moltitudine di mosche, e di zenzare e di tafani, egli vi fece una mosca di rame, sotto sì fatta costellazione, che postala sopra il muro della città, verso quella parte onde le mosche e i tafani, da una padule vicina vi venivano, mai, mentre star fu lasciata, in Napoli non entrò nè mosca nè tafano. Fecevi similemente un cavallo di bronzo, il quale avea a far sano ogni cavallo che avesse avuti i dolori, o altra naturale infermità, avendo tre volte menatolo d’intorno a questo. Fece oltre a queste, due teste di marmo intagliate, delle quali l’una piangea e l’altra ridea; e posele ad una porta, la quale si chiamava porta Nolana, l’una dall’un lato della porta, e l’altra dall’altro; ed aveano questa proprietà, che chi veniva per alcuna sua vicenda a Napoli, e disavvedutamente entrava per quella porta, se egli passava dalla parte della porta dove era posta quella che piangea, mai non potea recare a fine quello perchè egli venuto v’era, e se pure il recava, penava molto, e con gran noia e fatica il faceva; se passava dall’altra parte, dove era quella che rideva, di presente spacciava la bisogna sua. E però credo