Vai al contenuto

Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/63

Da Wikisource.

SOPRA DANTE 43

monia: bugiardi gli chiama perciocchè il demonio, siccome e’ medesimo in altra parte dice, è padre di menzogna, Poeta fui. Altresì ancora qui Virgilio per questo nome di poeta più all’autore: intorno al qual nome, chiamato da molti, e conosciuto da pochi, estimo sia alquanto da estendersi. È dunque da vedere donde avesse la poesia e questo nome origine, qual sia l’uficio del poeta, e che onore sia attribuito al buon poeta. Estimarono molti, forse più da invidia che da altro sentimento ammaestrati, questo nome poeta venire da un verbo detto poio pois, il quale, secondochè i gramatichi vogliono vuol tanto dire quanto fingo fingis: il qual fingo ha più significazioni; perciocchè egli sta per comporre, per ornare, e per mentire e per altri significati. Quelli adunque, che dall’avvilire altrui crede sè esaltare, dissono e dicono che dal detto verbo poio viene questo nome poeta: e perciocchè quello suona poio che fingo, lasciati stare gli altri significati di fingo, e preso quel solo nel quale significa mentire, Conchiudendo, vogliono che poeta e mentitore sia una medesima cosa: e per questo sprezzano e avviliscono e annullano in quanto possono i poeti, ingegnandosi, oltre a questo, di scacciargli e di sterminargli del mondo, nel cospetto del non intendente vulgo gridando, i poeti per autorità di Platone dovere esser cacciati delle città: e oltre a ciò, prendendo d’una pistola di Geronimo a Damaso papa de filio prodigo, questa parola, Carmina poetarum sunt cibus demoniorum: quasi armati dell’arme d’Achille, con ardita fronte contra i poeti tumultuosamente insulta-