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58 | COMENTO DEL BOCCACCI |
Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte,
Che spande di parlar sì largo fiume?
Commendalo qui l’autore dell’amplitudine della sua facundia, quella facendo simigliante ad un fiume;
Rispos’io lui, con vergognosa fronte.
Vergognossi l’autore d’essere da tanto uomo veduto in sì miserabile luogo, e dice con vergognosa fronte, perciocchè in quella parte del viso prima appariscono i segni del nostro vergognare, come che qui si può prendere il tutto per la parte, cioè tutto il viso per la fronte. Oh degli altri poeti, latini, onore; perciocchè per Virgilio è tutto il nome poetico onorato e lume: sono state l’opere di Virgilio a’ poeti, che appresso di lui sono stati, un esempio, il quale ha dirizzate le loro invenzioni a laudevole fine, come la luce dirizza i passi nostri in quella parte dove d’andare intendiamo:
Vagliami, ’l lungo studio e il grande amore.
Poichè l’autore ha poste le laude di Virgilio, acciocchè per quelle il muova al suo bisogno, ora il prega per li meriti di sè medesimo, per li quali estima Virgilio siccome obbligatogli il debba aiutare, e dice; vagliami, a questo bisogno, il lungo studio: vuol mostrare d’avere 1’opera di Virgilio studiata, non discorrendo, ma con diligenza; e ’l grande amore; e per questo intende mostrare un atto caritativo, che fatto gli ha studiare il libro di Virgilio; e non come molti fanno, averlo studiato per trovarvi che potere mordere e biasimare.
Che m’ha fatto cercare il tuo volume,
l’Eneida. Tu se’ il mio maestro. Qui con reverirlo vuol