Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/131

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SOPRA DANTE 127

ebrietates, nervorum torporem, tremoremque, libidines, pedum, manuum, et articulorum omnium depravationes etc. Questi adunque tutti ingluviatori, ingurgitatori, ingoiatori, ruttatori, scostumati, unti, brutti, lordi, porcinosi, rantolosi, bavosi, stomacosi, fastidiosi e noiosi a vedere e ad udire, uomini anzi bestie, pieni di vane speranze, son voti di pensieri laudevoli, e strabocchevoli ne’ pericoli, gran vantatori, maldicenti e bugiardi, consumatori delle sustanze temporali, inchinevoli ad ogni dissoluta libidine, e trastullo de’ sobrii: e perciocchè ad alcuna cosa virtuosa non vacano, ma sè medesimi guastano, non solamente a’ sensati uomini, ma ancora a Dio sono tanto odiosi, che morendo come vivuti sono, ad eterna dannazione son giustamente dannati; e secondochè l’autor ne dimostra, nel terzo cerchio dell’inferno, della loro scellerata vita sono sotto debito supplicio puniti. li quale, acciocchè possiamo discernere più chiaro come sia con la colpa conforme, n’è di necessità di dimostrare brevemente. Dice adunque l’autore, che essi giacciono sopra il suolo della terra marcio, putrido, fetido e fastidioso, non altrimenti che il porco giaccia nel loto, e quivi per divina arte piove loro sempre addosso grandine grossa, e acqua tinta e neve, la quale essendo loro cagione di gravissima doglia, gli fa urlare non altrimenti che facciano i cani: e oltre a ciò se alcuno da giacer si leva o parla, giace poi senza parlare o urlare infino al dì del giudicio. E oltre a ciò sta loro in perpetuo sopra capo un demonio chiamato Cerbero, il quale ha tre teste e altrettante gole, nè mai ristà