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150 COMENTO DEL BOCCACCI

strare, quanto sieno le fatiche "vane che intorno all’acquisto delle ricchezze si mettono, e dice,

Che tutto l’oro ch’è sotto la luna,

cioè nel mondo,

O che fu già, di queste anime stanche,

in queste fatiche del circuire, che di sopra è dimostrato,

Non poterebbe farne posar’ una,

non che trarla di questa perdizione. Appare adunque in questo, quanto sia utile e laudabile la fatica di questi cotali, che in ragunare tesoro hanno posta tutta la loro sollecitudine, quando per tutto quello che per la loro sollecitudine s’è acquistato, non se ne puote avere non che salute, ma solamente un poco di riposo in tanto affanno, in quanto posti sono. Le quali parole udite da Virgilio, muovono l’autore a fargli una domanda dicendo:

Maestro, dissi lui, or mi di’ anche.

Qui comincia la terza parte della prima principale di questo canto, nella quale l’autore scrive, come Virgilio gli dimostrasse che cosa sia fortuna, e però dice, maestro, or mi di’ anche, quasi dica, tu m’hai detto, che tutto l’oro del mondo non potrebbe fare riposare una di queste anime, e per questo m’hai mostrato, quanto sia vana la fatica di coloro i quali, posta la speranza loro in questi beni commessi alla fortuna, intorno all’acquistarne e all’adunarne si faticano: ma dimmi ancora:

Questa fortuna, di che tu mi tocche,

dicendo de’ beni che le son commessi, Che è? cioè