Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/175

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SOPRA DANTE 171

d’usare un vocabolo per un altro, per la stretta legge de’ versi, della quale uscir non osano: e quinci dice che egli girarono, tra la ripa secca, alla quale non aggiugneva l’acqua del palude, e il mezzo, del palude,

Con gli occhi volti a chi del fango ingozza:

cioè a’ peccatori, i quali erano in quel palude:

Venimmo al piè d’una torre al dassezzo,

cioè poichè noi avemmo lungamente aggirato.


ALLEGORIE DEL SETTIMO CAPITOLO


Pape Satan, pape Satan aleppe ec.

Dimostrò l’autore nel precedente canto, come la ragione gli dimostrasse qual fosse la colpa della gola, e che supplicio fosse dalla divina giustizia imposto a’ golosi, i quali in quel peccato morivano; e continuandosi alle cose precedenti descrive, come seguendo la ragione, le fosse da lei dimostrato che cosa fosse il peccato dell’avarizia, e similmente quello della prodigalità, e similmente qual pena ne fosse data a coloro che in essa erano vivuti e morti peccatori, e sotto il cui imperio puniti fossero: procedendo appresso in questo medesimo canto, come veduti questi, seguendo la ragione, gli fossero dalla detta ragione mostrate altre due spezie di peccatori, cioè gl’iracondi e gli accidiosi, e il loro tormento. E però