Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/67

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SOPRA DANTE 63

imapalidito cade. E questa compassione, come altra volta di sopra è detto, non ha tanto l’autore per gli spiriti udito, quanto per sè medesimo, il quale dalla coscienza rimorso, conosce sè in quella dannazion cadere, se di quello che già in tal colpa ha commesso non satisfà a contrizione e penitenza a colui, il quale egli ha peccando offeso, com’è Iddio.


ALLEGORIE DEL CAPITOLO QUINTO.


Così discesi del cerchio primaio, ec.

Mostrato che la ragione ha il supplicio, il quale sostengono coloro, li quali senza essere stati per lo lavacro del battesimo lavati dal peccato originale, procedendo più avanti con la meditazione, discende a dimostrargli la qualità delle colpe più gravi, e quali sieno i tormenti, alli quali per la divina giustizia dannati sieno coloro i quali in esse colpe morirono, fa due cose nel presente canto. Primieramente in persona di Minos gli dimostra la rigida e severa giustizia di Dio; appresso gli mostra in questo cerchio secondo esser dannati que’ peccatori, li quali oltre alla ragione, oltre ad ogni legge o buon costume, seguirono il concupescibile appetito nel vizio della lussuria, nominando di questi cotali alquanti, acciocchè più pienamente si comprenda la sua intenzione. Dico adunque, che primieramente la ragione ne dimostra qui in persona di Minos la severità della divi-