Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/81

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SOPRA DANTE 77

medesimi degli occulti e disonesti lor pensieri, e oggi per somma gloria, vanno mostrando quel che le bestie, se esse avessono con che, volentieri nasconderieno. Ma che, dira forse alcun altro, che i Romani similmente gli portavano corti come essi fanno: e nel vero di questo non mi darebbe il cuore di fare assai certa prova per iscritture che io abbia vedute; ma in luogo di quelle, le statue di marmo e di bronzo a quegli tempi fatte, nelli quali essi discorrevano il mondo, e delle quali si trovano ancora assai, ne mostrano quali fossero i loro abiti, e come corti portassono i vestimenti; e di queste io credo assai aver vedute, nè mai alcuna nè armata nè disarmata ne vidi, che o da’ vestimenti o dall’armadure non fosse almeno infino al ginocchio coperta: per la qual cosa essendo a costoro risposto, assai manifestamente si vede che assai mal procede l’argomento, che i panni lunghi impediscano. E acciocchè io non discorra per tutti, non ometterò però che io un’altra delle lor savie ragioni non discriva, perciocchè estimano quella che dir debbo essere efficacissima, e dovergli d’ogni loro disonestà render pienamente scusati. Dicono adunque, che le donne mostran loro con le poppe il petto, acciocchè più nella concupiscenza di loro gli accendano; e perciò, quasi in vendetta di ciò, essi voglion mostrar loro quelle parti, che debbano loro a quello appetito medesimo incitare. Sarebbe questa ragione tra le bestie assai colorata, dove ella è abominevole tra’ sensati; ma non pensano i miseri quanto scelleratamente essi adoperano. Essi questo adoperando caccian da sè ogni reverenza materna, mostrando