Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/82

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78 COMENTO DEL BOCCACCI

di credere che le madri tengano gli occhi chiusi, o che esse non possano dalle oscene parti de’ figliuoli esser mosse, come l’altre femmine si muovono; conciosiacosachè la natura, movitrice degli appetiti, non abbia alcun riguardo all’onesta della parentela: nel vero io non l’ardirei affermare, quantunque già molte volte avvenuto sia, ma ardirò ben di dire, che se ciò non addiviene, esserne la lor costanza cagione, doe del contrario è cagione il vituperevole costume de’ figliuoli: nè discrederò, che quel che posson muovere i disonesti figliuoli, non si convenga talvolta diterminare con gli strani uomini. Appresso questo non s’accorgono i dissipiti, dove incitar credono le femmine le quali alla lor libidine desiderano di tirare, quello che essi nelle sorelle, nelle cognate, e nelle altre congiunte adoperino; le quali quantunque spesse volte caggiano ne’ lacciuoli sconciamente tesi da loro, rade volte avviene che da questo sospinte, non saltino negli abbracciamenti d’uomini non pensati da coloro, che a ciò con li loro disonesti portamenti le sospingono. Nè ancora considerano quanto di mal fabbrichino nelle tenere menti delle figliuole, le quali la giovanetta età continuamente sospigne a dover prendere esperienza di ciò, che loro ancora non saria di necessita di conoscere: di che non una volta è avvenuto, che lasciamo stare il porre dinanzi agli occhi loro quelle parli del corpo, le quali con ogni ingegno si dovrian torre de’ pensieri, ma le parole men che oneste de’ non cauti padri, aver loro prima strupatore che marito trovato. Ma ritornando alla folle ragion di costoro, dico, che quantunque biasimevol sia molto